I primi mesi di vita del neonato sono quelli caratterizzati dal rapporto simbiotico con la madre, che non rappresenta solo una fonte inesauribile di amore e cure, ma anche di nutrimento. Molte donne hanno dubbi, però, sulla coincidenza tra carenza ossea, richiesta di calcio e allattamento nelle neomamme.
Per fare chiarezza e non farsi trovare impreparate, approfondite l’argomento con alcune informazioni utili.
Calcio e allattamento: come si adegua il corpo della madre
Il calcio è un minerale fondamentale per la formazione e la salute delle ossa. Una carenza di calcio, se è temporanea e circoscritta, può essere recuperata, ma se è prolungata può portare all’osteopenia, fino ad approdare a forme più gravi di osteoporosi.
Calcio e allattamento sono spesso associati perché si ritiene che le ossa della madre si indeboliscano nella fase di allattamento.
È soprattutto nel terzo trimestre di gravidanza che si verifica la maggiore perdita di calcio, ovvero nel periodo in cui le ossa del bambino sono all’apice della fase di crescita.
Durante l’allattamento l’organismo femminile sottrae piccoli quantitativi di calcio dalla massa ossea per metterli a disposizione della produzione del latte materno.
Il corpo però è una macchina estremamente intelligente e bilancia automaticamente questa perdita cambiando alcune sue funzioni.
Alcuni studi scientifici recenti si stanno concentrando proprio nel valutare l’entità della perdita di contenuto minerale osseo e di densità ossea in alcuni tratti dello scheletro della donna in allattamento: si stima che una donna che allatta perde circa 210 mg di calcio al giorno con il latte ceduto al piccolo attraverso il seno.
Nella fase successiva al parto, inoltre, generalmente la madre vive un periodo di lunghezza variabile di amenorrea, durante il quale risulta ipoestrogenica.
Questi fattori potrebbero mettere a rischio la salute della madre, se non fosse per gli assi nella manica che l’organismo della neomamma è programmato per sfoderare: da una parte un sistema di compensazione fisiologica che l’aiuta a conservare il calcio e dall’altra l’aumento della capacità di assorbimento del calcio.
Richiesta straordinaria di calcio e allattamento
Appurato che durante l’allattamento una certa perdita di calcio è fisiologica, bisogna comunque ricordare alla madre di curare la propria dieta con una quantità superiore di alimenti ricchi di calcio rispetto al suo solito regime alimentare.
Per comprendere quanto sia stretto il legame tra calcio e allattamento sarà sufficiente osservare queste raccomandazioni: l’apporto giornaliero di calcio raccomandato per le donne che allattano è di 1000-1100 mg al giorno, mentre per le donne adulte posson bastare 900-1000 mg (fascia 18-59 anni).
Come abbiamo visto, le neomamme che allattano si trovano a dover rispondere a una richiesta superiore al normale di calcio. Nella dieta giornaliera non devono, dunque, mancare latte, yogurt, carciofi, rape, cardi, cavoli, cicorie, indivia, radicchio, tarassaco, mandorle.
Calcio e allattamento: i dubbi delle donne
Per alcune donne resta il dubbio che allattare porti automaticamente all’osteoporosi.
Diversi studi su campioni di donne in menopausa che hanno allattato, anche per lunghi periodi, hanno dimostrato che queste donne hanno densità minerali nelle ossa maggiori rispetto alle donne che non hanno mai allattato.
Dunque mamme non preoccupatevi per la richiesta straordinaria di calcio in allattamento: il vostro organismo è programmato per compensarla fisiologicamente e ciò non genererà necessariamente osteoporosi, se lo aiuterete ad integrare la giusta quantità di questo minerale e ad acquisire vitamina D con un’attenta esposizione solare.
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