Uomini e osteoporosi? Di solito l’allarme osteoporosi viene associato soprattutto alle donne, ma non va trascurato neanche in relazione al sesso maschile, all’interno del quale l’incidenza è comunque più rilevante di quanto non si creda. Fragilità ossea e deperimento della massa ossea riguardano anche l’universo maschile.
Analizziamo quali sono i fattori di rischio e scopriamo come è possibile evitare le conseguenze più gravi.
Lo sviluppo delle ossa negli uomini e l’osteoporosi
Si stima che siano 5,6 milioni gli uomini colpiti da osteoporosi in Europa. Solo in Italia è il 14% della popolazione, tra donne e uomini, a dover fare i conti con la patologia nemica delle ossa.
Lo sviluppo osseo si concentra tra la nascita e i 20 anni di età. A questa fase segue il consolidamento, cui segue il riassorbimento, che nella donna subisce un’impennata soprattutto nel periodo della menopausa, mentre nell’uomo comincia ben prima, seguendo, però, un ritmo lento e graduale.
Mentre le donne vedono moltiplicarsi le possibilità di frattura ossea con l’avvicinarsi della menopausa, intorno ai 50 anni, per gli uomini il rischio osteoporosi comincia a crescere dopo i 60, quando il testosterone e, di conseguenza, gli estrogeni sintetizzati dal testosterone, fino ad allora responsabili del deposito di calcio nelle ossa, cominciano fisiologicamente a diminuire.
Uomini e osteoporosi: i fattori che aumentano il rischio
L’osteoporosi è una malattia silenziosa, che spesso viene scoperta al verificarsi di una frattura. L’unico modo che abbiamo per contrastarla è quindi occuparci dei fattori di rischio che possono aumentare le probabilità di incontro tra uomini e osteoporosi e prevenirli.
Un’alimentazione non equilibrata e, soprattutto, carente di calcio e vitamina D può aumentare l’insorgere del rischio osteoporosi. La Società Italiana di Nutrizione Umana, nell’ultimo aggiornamento delle stime del 2014, ha indicato il fabbisogno medio giornaliero di calcio tra i 500 e i 1200 mg, con un picco di richiesta di 1300 mg per i ragazzi in fase adolescenziale.
Per alcuni, ad esempio per chi è intollerante al lattosio, talvolta risulta difficile raggiungere questi livelli attraverso la dieta giornaliera: in questi casi è utile completarla attraverso integratori di calcio.
Oltre a questo sarà importante mantenere il peso forma, dedicando tempo all’attività fisica. La sedentarietà, infatti, è un altro dei fattori che avvicina uomini e osteoporosi. Mantenere un buon tono muscolare attraverso un’attività sportiva, anche leggera ma costante, è fondamentale a qualsiasi età e, inoltre, permette di stimolare il metabolismo osseo.
Nel caso fosse già stata diagnosticata una forma di osteoporosi, meglio escludere dal vostro piano di allenamento flessioni e rotazioni rapide della colonna vertebrale, però, perché potrebbero aumentare il rischio frattura.
L’eccessivo consumo di alcool influisce negativamente sul tessuto osseo: a livello cellulare blocca gli osteoblasti, cellule portatrici di nuovo tessuto osseo, e stimola gli osteoclasti, cellule che eliminano tessuto osseo; a livello ormonale riduce la produzione di testosterone e sabota il completo assorbimento di calcio e vitamina D.
Anche il fumo è nemico delle ossa: oltre ad avere anch’esso effetti negativi sulle cellule e sugli ormoni, arriva a danneggiare direttamente la circolazione sanguigna dell’osso.
Se volete prevenire il rischio osteoporosi, non trascurate neanche l’attività all’aria aperta. Un altro elemento molto utile alla ossa è, infatti, la vitamina D, che è utile all’assorbimento del calcio nell’intestino. Sono pochi, però, gli alimenti che ne contengono quantità rilevanti, quindi gran parte delle risorse di vitamina D derivano dall’esposizione solare.
Il rapporto tra uomini e osteoporosi deve sicuramente basarsi sulla prevenzione. Prendete spunto da queste indicazioni per prevenire la fragilità ossea e rivolgetevi a uno specialista per valutare il vostro grado di rischio frattura.
Commenta