I rischi legati alla carenza di calcio non sono pochi e aumentano inesorabilmente con l’avanzare dell’età, con notevoli ripercussioni sulle casse dello Stato, tra l’altro. L’aumento dell’aspettativa di vita rende quindi l’argomento, oltre che di strettissima attualità, degno di un’attenzione ancora maggiore.
In che modo si possono limitare tali rischi? Prima di tutto approfondendo la materia e imparando a prevenire i problemi da carenza di calcio già in giovane età. Ecco perché abbiamo preparato una guida dedicata a 13 cose che non sono così scontate riguardo all’importanza, sia per gli adulti che per i bambini, di assumere le giuste quantità di questo elemento con l’alimentazione e, se è il caso, aiutandosi con integratori specifici.
Attenzione ai crampi muscolari!
Alzi la mano chi non ha mai sofferto di crampi muscolari localizzati in diverse zone del corpo! Questa condizione, talvolta molto fastidiosa, può essere conseguenza di posture sbagliate o di sforzi eccessivi, ma anche un segnale di carenza di calcio.
Quando occorre prendere in considerazione l’assunzione di integratori, dopo aver chiesto ovviamente il parere del proprio medico di fiducia? Quando i dolori risultano persistenti nel tempo e localizzati, ad esempio, a livello di gambe, braccia o polpacci.
Allarme insonnia
Il calcio è un elemento fondamentale per il nostro organismo. Non contribuisce solo a rinforzare le ossa e a mantenere alta la loro densità minerale, ma anche a regolarizzare il battito cardiaco e il sonno.
Ecco perché, quando si ha a che fare con un’insonnia persistente, è il caso di valutare un’eventuale carenza di calcio e provvedere all’integrazione dell’elemento tramite dieta o supplementi.
Problemi di memoria
Talvolta imputiamo gli improvvisi cali di memoria a condizioni di stress e al fatto di avere un’agenda piena di impegni. Questo può essere vero in alcuni casi, ma in altri il fattore scatenante può essere proprio la carenza di calcio che, essendo un elemento essenziale a livello dei neutrotrasmettitori preposti a veicolare le informazioni tra i neuroni, può generare, quando carente, un malfunzionamento della memoria.
Alimenti acidi? Anche no
Non tutti sanno che l’assunzione di cibi troppo acidi, come per esempio il caffè e l’alcol, è deleteria per le nostre riserve di calcio. Quando il corpo è in acidosi, infatti, reagisce tentando di tamponare tale situazione e di riportare il tutto a un equilibrio alcalino. In che modo? Semplicemente, eliminando il calcio (che è un minerale alcalino) dalle ossa.
Altri alimenti da assumere con moderazione sono quelli ad alto contenuti di amidi e zuccheri. Sconsigliabile anche eccedere con i cereali. Il motivo è legato al loro effetto chelante, ossia di inibizione dell’assorbimento, da parte dell’intestino, di minerali fondamentali per la salute come il magnesio, il potassio e, appunto, il calcio.
Leggi anche: L’ABC di una dieta equilibrata e completa per il benessere delle ossa
Un messaggio chiaro ci arriva dalla pelle
Il calcio ricopre un ruolo essenziale nella rigenerazione della pelle. Per questo, quando la nostra pelle appare eccessivamente secca e non tende a migliorare con i trattamenti idratanti, è il caso di valutare una possibile carenza di calcio.
Capelli deboli e stressati? Non sempre è colpa dello smog!
Il calcio contribuisce anche allo stato di salute dei capelli. Se appaiono eccessivamente secchi e non rispondono all’utilizzo di prodotti mirati, molto probabilmente il problema è dovuto a una carenza di calcio.
Per ottimizzare l’assorbimento di questo minerale si può ricorrere, in seguito a consiglio medico, a specifici integratori, senza mai dimenticare che il ruolo principale lo ricopre l’alimentazione. A tal proposito, è bene ricorrere a un piccolo trucco: per facilitare l’assorbimento di calcio e far fronte alle carenze in maniera efficace e rapida, è importante assumere la vitamina C, che svolge anche una funzione antiossidante.
Occhio alla pressione!
L’ipertensione arteriosa è una condizione da non sottovalutare. In Italia, colpisce circa il 33% dei soggetti di sesso maschile e il 31% delle donne (fonte: Fondazione Veronesi). Tenere sotto controllo la situazione non solo è possibile, ma anche auspicabile, onde evitare conseguenze gravi come l’infarto e l’ictus.
Quando si parla di pressione troppo alta quasi sempre si pensa all’eccessivo apporto di sale. In alcuni casi, però, la problematica può derivare dalla carenza di calcio, che potrebbe essere facilmente ovviata tramite l’assunzione di almeno 5 porzioni di frutta e verdura ogni giorno. Molto utili allo scopo sono anche i legumi, da consumare almeno tre volte a settimana, così come lo yogurt magro.
Formicolii frequenti. E se fosse colpa del calcio?
Un altro disturbo attribuibile talvolta alla carenza di calcio consiste nei formicolii alle mani e ai piedi.
Dopo aver escluso altre cause, è consigliabile effettuare l’esame della calcemia, che si basa su un semplice prelievo di sangue.
Iperparatiroidismo da carenza di calcio
La carenza cronica di calcio non influisce soltanto sulle ossa e sulla loro densità: anche la funzionalità delle ghiandole paratiroidi può essere compromessa da un apporto insufficiente di calcio (ipocalcemia), con conseguente insorgenza dell’iperparatiroidismo secondario, disfunzione legata alla eccessiva secrezione di paratormone (PTH) che regola i livelli di calcio e fosforo nel sangue.
L’iperparatiroidismo può essere secondario anche alla carenza di vitamina D.
Quando l’apporto di calcio è cronicamente insufficiente, l’organismo reagisce producendo quantità eccessive di paratormone, che provoca la rapida liberazione di calcio dall’osso e la risalita della calcemia.
Livelli estremamente elevati di calcemia possono arrivare, in casi estremi, a mettere in pericolo la vita.
Come correre ai ripari? Una volta stabilita l’entità del problema con l’esame della calcemia, le vie percorribili sono due, se l’iperparatiroidismo deriva da deficit alimentari: può essere sufficiente l’integrazione mirata tramite supplementi oppure, se la carenza è rilevante, può essere necessario intervenire con farmaci calciomimetici, finalizzati a simulare l’attività del calcio nel sangue, in modo da normalizzare l’attività delle paratiroidi.
Obesità infantile? Può derivare della carenza di calcio nella dieta
L’obesità infantile è un problema sanitario che, come le patologie legate alla fragilità ossea, merita la giusta attenzione.
Tra i vari fattori favorenti il sovrappeso c’è anche la carenza di calcio nell’alimentazione dei primi anni di sviluppo dopo la nascita. Il deficit di calcio determinerebbe lo sviluppo di una maggiore quantità di cellule adipose e potrebbe predisporre all’aumento di peso nel corso degli anni.
Quando l’apporto di calcio è insufficiente, le cellule del midollo osseo maturano in maniera errata e, invece di dare origine a cellule del tessuto osseo, si trasformano in cellule adipose.
Che questa condizione possa portare ad una aumento di peso (sovrappeso o obesità) nel corso della vita, è ancora oggetto di studio.
É però importante ricordare, fin dalla più tenera età, di includere nell’alimentazione del bambino il lattosio.
Diabete in gravidanza e carenza di calcio nel bambino: attenzione alla correlazione
Il diabete gestazionale è un’intolleranza allo zucchero che si presenta in gravidanza in una donna non diabetica. E’ tra le più frequenti complicanze della gravidanza e compare attorno alla 24ma settimana: può costituire un fattore di rischio per l’insorgenza di altre malattie nella madre (come, ad esempio, il parto pre-termine) e provocare problemi nel feto, tra cui la carenza di calcio nel sangue (ipocalcemia) e l’obesità infantile.
La donna in gravidanza può tenere sotto controllo il diabete gestazionale consultando il proprio medico e, in generale, seguendo alcune linee guida: assumendo una dieta povera di carboidrati e ricca di verdure, legumi, acqua; e facendo dell’esercizio fisico moderato, per contenere i livelli di glicemia.
Carie e problemi ai denti
Parlando di alimentazione e di zuccheri, viene subito da pensare alla carie. Spesso si pensa che questa patologia multifattoriale sia legata unicamente alla poca igiene dentale o all’assunzione di troppi alimenti a base di saccarosio, glucosio e zuccheri industriali.
La realtà è che in questa patologia intervengono molte condizioni predisponenti (sia esterne che interne), tra cui anche una particolare predisposizione genetica. E che, sicuramente, un eccessivo consumo di alimenti zuccherini predispone alla carie.
In generale è possibile affermare che i soggetti che sviluppano meno carie sono quelli che si alimentano in modo adeguato e rispettano le regole dell’igiene dentale.
Per prevenire la carie è consigliabile assumere regolarmente una quantità adeguata di sali minerali (fluoro, fosforo, calcio, magnesio). La carenza di calcio, infatti, influisce sull’integrità dello smalto dentale, essendo quest’ultimo costituito quasi interamente da sali di calcio.
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